Dove posso bere l’Ayahuasca [Parte 3/3]

UNION – By Android Jones (androidjones.com)

L’ultima parte del nostro viaggio alla ricerca della Liana dello Spirito è dedicato a tutti i contesti non tradizionali che si sono sviluppati negli ultimi anni in seguito alla “globalizzazione” dell’Ayahuasca.

DISCLAIMER


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Abbiamo seguito i luoghi dell’Ayahuasca partendo dalle sue terre natie in Amazzonia e sulle Ande in un contesto animista e tribale, passando per il contesto religioso dei culti sincretici brasiliani del Santo Daime e União do Vegetal per arrivare oggi a luoghi più vicini a noi, portata come un seme dal vento nell’ambiente metropolitano dove è in atto una fusion dei significati tradizionali, spirituali e terapeutici.

I tre contesti principali che emergono, e mi perdonerete per l’inevitabile necessità di raggruppare la molteplicità delle forme che la diffusione dell’Ayahuasca sta assumendo, possono essere individuati in:

  1. Cerchi Sciamanici
  2. Workshop Spirituali/Terapeutici
  3. Psiconautici

I Cerchi Sciamanici

Trasportano quella che è la tradizione dei popoli Amazzonici e Andini assieme alla loro ritualità nel contesto metropolitano. Sono gruppi organizzati in cui il numero dei partecipanti non supera generalmente le dieci persone. Uno sciamano che può essere indigeno o metropolitano (una persona che ha appreso l’utilizzo delle piante e dei riti da uno sciamano indigeno in Sud America) porta l’Ayahuasca e la somministra seguendo una ritualità tradizionale che può comprendere anche l’utilizzo del Rapé (o tabacco da fiuto) o del tabacco fumato con cui si comunicano le intenzioni alla medicina (così viene chiamata l’Ayahuasca).

Lo sciamano gestisce l’intera cerimonia, spesso intonando degli icaros o cantando delle canzoni anche suonando uno o più strumenti musicali. Questo tipo di cerimonie, come quelle tradizionali, si svolgono dopo cena durante la notte.

Sono diversi i gruppi in Italia che organizzano esperienze di questo tipo e, data la situazione legale poco definita, non si fanno pubblicità preferendo il contatto diretto per conoscenza.

I Workshop Spirituali/Terapeutici

Una volta l’ho sentito auto-definire in tono scherzoso come “l’Ospedale di Dio”. Nonostante fosse una battuta trovo che sintetizzi estremamente bene il concetto. Nasce da una costola del Santo Daime, a cui però è stata tolta la struttura rigida di partecipazione a canti, danze e rituali e l’aspetto religioso sfuma molto in quello che mi sento di definire un laicismo cristiano a sfumature buddiste. Eredita la numerosità dei partecipanti che possono superare le 40 persone, il dress-code in abiti bianchi che viene suggerito ai partecipanti, la disposizione in cerchio e divisione tra donne e uomini, l’orario diurno delle sessioni.

Generalmente un Workshop di questo tipo comprende tre cerimonie in cui l’Ayahuasca viene servita con una potenza crescente. Le cerimonie sono intervallate da momenti di condivisione dove ognuno liberamente più raccontare la propria esperienza e condividere i propri pensieri ed emozioni in una dinamica in tutto e per tutto simile ad una terapia di gruppo.

Durante le cerimonie ogni partecipante ha a disposizione un materasso su cui sdraiarsi, dei musicisti accompagnano l’esperienza suonando live oppure, a seconda del momento, viene utilizzata della musica registrata. Un certo numero di assistenti partecipa per dare aiuto qualora si rendesse necessario. Al centro del luogo di svolgimento della sessione è predisposta una zona dove chi vuole può appoggiare un proprio oggetto o totem.

Per quanto ne sappia, al momento in cui scrivo, l’unica realtà che propone un lavoro di questo tipo si trova in Olanda ed è gestita da persone altamente motivate ed estremamente professionali.

Gli Psiconauti

L’ultimo contesto è molto vario e comprende tutti quegli individui che facilitati dal commercio on-line acquistano le piante di Banisteriopsis Caapi e Psycotria Viridis per prepare in casa l’Ayahuasca. In questo contesto le motivazioni sono le più varie e il setting può andare dal viaggiatore solitario (solitary drinker) a piccoli gruppi di due o tre persone che condividono lo spazio dell’esperienza.

Conclusioni

Questo post chiude il ciclo della serie Dove posso bere l’Ayahuasca. Come abbiamo visto esistono diversi modi di partecipare all’Ayahuasca. Ogni contesto, o “setting”, diventa parte integrante dell’esperienza e, assieme al proprio “set”, cioè i pensieri e le emozioni e memorie con cui vi si partecipa, la definisce.

È inutile tentare di stabilire quale sia il contesto migliore, ogni persona ha le proprie preferenze e, molto banalmente, quello che conta sono le intenzioni (e le azioni) delle persone che gestiscono l’esperienza e l’insieme dei partecipanti.

Il mio consiglio è sempre quello di avere pazienza e darsi il tempo di cui si necessita per conoscere le persone con cui si partecipa. Chiedi referenze qualora fosse possibile e ne sentissi l’esigenza. Partecipa solo quando ti senti protetto e in grado di dare fiducia.